TRAUMI DENTALI

TRAUMI DENTALI

Giovane età dei pazienti, frequenza, costi delle terapie e durata dei trattamenti fanno della traumatologia dentale un problema di salute pubblica: negli ultimi anni l’incidenza di eventi traumatici di denti sia decidui che permanenti è molto aumentata, e le cause possono essere legate a incidenti stradali, sportivi o domestici, ma anche ad atti di violenza. Gli ambienti più a rischio sono quelli scolastici, sportivi e domestici: è proprio da qui che la prevenzione dovrebbe iniziare.

I denti più esposti (anche a episodi di traumi multipli agli stessi denti) sono gli incisivi superiori e inferiori, prevalentemente nei maschi, più spesso coinvolti in sport agonistici. Anche la presenza di malocclusioni predispone ad eventi traumatici della dentatura in misura due volte maggiore rispetto a individui con un’occlusione normale. La classificazione proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto una classificazione dei diversi stadi di danno sia ai tessuti duri che di sostegno del dente. La suddivisione è stata accettata dalla IADT International Association of Dental Traumatology e prevede:

Lesioni ai tessuti duri

  • Infrazioni dello smalto: incrinature senza perdita di sostanza dentale;
  • Frattura non complicata della corona: frattura con perdita di tessuto dentale limitata allo smalto o a smalto e dentina, non al tessuto pulpare;
  • Frattura complicata della corona: frattura di smalto e dentina con esposizione del tessuto pulpare;
  • Frattura corono-radicolare non complicata: sono coinvolti lo smalto, la dentina, il cemento ma non il tessuto pulpare;
  • Frattura corono-radicolare complicata: sono coinvolti lo smalto, la dentina, il cemento e il tessuto pulpare;
  • Frattura radicolare: è coinvolta radice del dente (cemento, dentina e tessuto pulpare)

Lesioni ai tessuti di sostegno:

  • Concussione: danno alle strutture di sostegno senza dislocazione del dente o un’anomala mobilità.  Dolore intenso alla percussione;
  • Sublussazione: danno alle strutture di sostegno senza dislocazione del dente ma con mobilità anomala;
  • Lussazione: danno alle strutture di sostegno con dislocazione del dente rispetto alla sua collocazione naturale, accompagnata talvolta da fratture dell’osso alveolare. In base alla direzione dello spostamento possiamo avere lussazioni estrusive, intrusive o laterali;
  • Avulsione: completo dislocamento del dente al di fuori del suo alveolo.

In seguito a un trauma -anche senza danno apparente- è necessario tenere in osservazione il dente interessato: potrebbero verificarsi complicazioni anche a distanza di tempo e in maniera del tutto asintomatica, tanto che il paziente potrebbe accorgersene solo per cambiamenti di colore del dente. E’ molto importante fare regolari controlli periodici.

Un fattore importante è il tempo: il trauma dentale è un’urgenza reale e la possibilità di successo del trattamento varia in base alla rapidità nella diagnosi e nella cura. Un trauma acuto ha inoltre conseguenze psicologiche ed emotive: è importante tranquillizzare sempre il paziente, e nel caso si tratti di bambini occorrerà avere un approccio delicato anche con i genitori.

A casa, a scuola e nell’ambiente sportivo la prevenzione deve diventare una consuetudine. Ad esempio:

  • disincentivare la suzione non nutritiva dopo i due anni e interromperla entro l’anno successivo
  • informare i bambini sui rischi dei comportamenti pericolosi;
  • in caso di eccessiva protrusione degli incisivi superiori, consigliare una visita ortodontica e informare i genitori sul rischio di trauma dentale conseguente a caduta frontale;
  • diffondere l’informazione sulla prevenzione sia nelle scuole che nelle palestre
  • utilizzare caschi e paradenti durante attività sportive rischiose
  • inserire fiale di soluzione fisiologica sterile nelle cassette di pronto soccorso presenti in scuole e palestre


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